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Partite Iva, ecco perché conviene aprirla adesso

Dottore Commercialista Revisore Legale dei Conti & Partners

Le modifiche al regime dei minimi previste dal Ddl di Stabilità – ora all’esame della Camera – a partire dal 2015 rendono necessaria una riflessione per chi deve o decide di aprire una partita Iva. Chi sa di doversi mettere in proprio o di dover avviare un’attività (di piccole dimensione) potrebbe avere avere tutta la convenienza a farlo adesso. Perché? Chi aprisse una partita Iva dal 1° gennaio si troverebbe con uno scenario cambiato: prima di tutto con un’imposta sostitutiva non più al 5% ma al 15%, con limiti di ricavi non più uguali per tutti a 30mila euro ma variabili in base al tipo di attività svolta, determineranno il reddito in base a un coefficiente di redditività anche in questo caso variabile. Che cosa significa? Se un professionista otterrà compensi per 12mila euro nel corso del 2015, dovrà calcolare l’imposta sostitutiva (15%) su 9.360 euro (il 78% di 12mila euro) con la possibilità di decurtare solo i contributi versati.

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Un modo per “sfuggire” a queste nuove regole – almeno per qualche anno – potrebbe essere quello di aprire una partita Iva adesso se si hanno le condizioni per accedere nell’attuale regime dei minimi, quello per intenderci con l’imposta al 5 per cento. Certo, si potrebbe obiettare che bisognerebbe poi sostenere fiscalmente i costi sugli ultimi due mesi dell’anno (in pratica pagare le imposte nel 2015) ma d’altro canto se non si hanno compensi o ricavi non ci sarebbe nulla da pagare.

Aprire adesso una partita Iva ed entrare nei minimi così come sono ora potrebbe avere il vantaggio – consentito dall’attuale formulazione del Ddl di Stabilità – di applicare le vecchie regole fino al termine del quinquennio (o fino al compimento del 35° anno di età), naturalmente se fossero rispettate tutte le altre condizioni.

Non bisogna dimenticare che in due casi su tre i contribuenti minimi hanno meno di 35 anni e sono per lo più professionisti, informatici, venditori, agenti. Si tratta di soggetti che, molto spesso, non hanno un grande giro d’affari né ingenti investimenti alle spalle e rischiano di galleggiare in una sorta di zona grigia tra lavoro dipendente, collaborazioni e lavoro autonomo. Difficile escludere che non si nascondano anche false partite Iva, anche se le condizioni d’accesso che erano state poste al momento del restyling nel regime (il Dl 98/2011) volevano appunto evitare questo rischio.

L’agevolazione alle start up

Per completezza e correttezza, bisogna anche ricordare che il Ddl di Stabilità tende anche una mano ulteriore a chi avvia una nuova attività. Il reddito può essere infatti abbattuto di un terzo per i primi tre anni di avvio di una nuova iniziativa imprenditoriale o professionale. Un aiuto non da poco. Anche se i minimi al 5% durano cinque anni e non tre.

fonte: Il Sole 24 Ore