Erogazioni liberali, a quota 222 gli enti a cui possono andare donazioni deducibili

Aumenta e si aggiorna il numero dei destinatari delle donazioni che danno diritto alla deduzione fiscale secondo quanto prevede l’art. 14 del Dl 35/2005 (che ha disciplinato l’agevolazione fiscale tradizionalmente nota come “più dai meno versi”). Con il Dpcm 12 ottobre 2016, pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» di ieri, è stato infatti portato a 222, rispetto ai precedenti 199, il numero dei soggetti che operano nel settore della ricerca scientifica che possono ricevere donazioni da privati o da imprese. Il provvedimento costituisce l’aggiornamento, da ultimo, del Dpcm 4 febbraio 2015. Dall’introduzione della norma l’elenco ha subito revisioni più o meno annuali, in virtù della presenza di sempre nuovi soggetti ritenuti idonei a ricevere le liberalità di cui all’art. 14 del decreto legge 35. A tale riguardo, si evidenzia che la domanda di inserimento nell’elenco deve essere indirizzata al Miur e contenere precise informazioni in merito alle caratteristiche dell’ente ed al campo in cui svolge attività di ricerca scientifica. Alla domanda deve essere allegata una copia autentica dello statuto e dell’atto costitutivo ed il certificato di iscrizione nel registro delle persone giuridiche. In base all’art. 14 del Dl, per le persone fisiche e gli enti soggetti all’Ires sono deducibili, nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato, e comunque nella misura massima di 70.000 euro, le donazioni liberali in denaro o in natura a favore di Onlus (anche “di diritto”, come cooperative sociali e organizzazioni di volontariato), associazioni di promozione sociale iscritte nel registro nazionale e altre fondazioni e associazioni riconosciute che operano nei settori della tutela dei beni di interesse storico-artistico e della ricerca scientifica. Fin dalla sua prima introduzione, la norma di agevolazione ha però riconosciuto il vantaggio fiscale ad una precisa condizione: secondo quanto prevede il comma 2 dell’art. 14 di cui sopra, infatti, la deducibilità compete solo se il soggetto che riceve le erogazioni ha predisposto «scritture contabili atte a rappresentare con completezza e analiticità le operazioni poste in essere nel periodo di gestione, nonché la redazione, entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio, di un apposito documento che rappresenti adeguatamente la situazione patrimoniale, economica e finanziaria».

Le modalità operative dell’agevolazione sono state illustrate dall’agenzia delle Entrate nella circolare 39/E del 19 agosto 2005, dove è stato chiarito, tra l’altro, che, in analogia con quanto già avveniva per le Onlus, la deducibilità della donazione è riconosciuta solo se le offerte in denaro sono certificate attraverso un intermediario (ufficio postale o banca). Il beneficio non sostituisce quelli, già previsti dal Tuir, per le altre erogazioni liberali. Per donazioni a particolari tipologie di soggetti si possono quindi affiancare disposizioni di agevolazione diverse: è il caso, ad esempio, di un ente che rientri nell’elenco di cui al decreto dello scorso ottobre ma che sia anche una Onlus. In tali circostanze la legge impone di scegliere quale norma di agevolazione applicare in relazione alle erogazioni effettuate. Non è quindi possibile, per la stessa donazione, cumulare i diversi benefici.

Il decreto:

http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/

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fonte: Il Sole 24 Ore

Dalle partite Iva alle cartelle: cosa cambia nel decreto fiscale.

Dal regime forfettario per professionisti e mini-imprese alla rottamazione delle cartelle, come è cambiato il decreto appena approvato dalla Camera.

1/5 Sanatoria liti

Tra gli emendamenti al Dl fiscale approvati dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera c’è anche la definizione agevolata delle liti pendenti in materia di accise su prodotti energetici, alcol e bevande alcoliche. Le imposte oggetto di contenziosi devono risalire a contestazioni precedenti al 1° aprile 2010. Si tratta di cause instaurate nel 1998 e riguardano imprese che hanno subito furti in seguito ai quali, pur non avendo alcuna responsabilità penale, si sono viste comunque contestare il pagamento delle accise e dell’Iva sui beni perduti.

2/5 Stop al «salvagente» per le partite Iva

La mancanza di coperture ha imposto un dietrofront sull’emendamento inizialmente approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze relativo al regime forfettario per professionisti e mini-imprese. Secondo la norma, l’eventuale sforamento – al massimo per due anni di imposta non consecutivi – entro i 15mila euro di ricavi o compensi non avrebbe comportato l’uscita dal regime forfettario pagando un’imposta sostitutiva con aliquota al 27% sugli importi che superano la soglia limite. Il Governo non ha superato i dubbi della Ragioneria sollevati a posteriori, ossia dopo il via libera delle stesse commissioni parlamentari.

3/5 Pagamenti ai comuni

Dal Fondo per le politiche economiche i 15 milioni di copertura della norma che consente il pagamento spontaneo delle entrate dei Comuni sul conto corrente di tesoreria dell’ente impositore ovvero con l’utilizzo del modello F24, anche attraverso strumenti di pagamento elettronici. Non cambiano le modalità di versamento dell’Imu e della Tasi. Per le entrate diverse dal quelle tributarie il versamento è effettuato esclusivamente sul conto corrente di tesoreria o tramite strumenti di pagamento elettronici.

4/5 Rottamazione ruoli

Rottamazione delle cartelle a maglie larghe. Con la conversione del Dl si estende ai ruoli affidati agli agenti della riscossione fino al 31 dicembre 2016. Le rate per saldare i conti senza pagare sanzioni e interessi di mora diventano cinque: il 70% del dovuto va versato nel 2017 e il restante 30% nel 2018 con l’ultima rata entro settembre. Si apre la strda a una rottamazione delle ingiunzioni di pagamento per i 4.500 Comuni che non riscuotono multe e tributi locali con Equitalia. Per aderire l’istanza va inviata entro il 31 marzo 2017.

5/5 Semplificazioni

Addio al tax day. Tra le semplificazioni fiscali spicca lo spostamento dal 16 al 30 giugno del termine per il versamento a saldo e del primo acconto dell’Irpef e dell’Irap. Sono spostati dal 16 giugno all’ultimo giorno del mese di riferimento i versamenti Ires e Irap e viene cancellato dalle norme sui versamenti il riferimento alle dichiarazioni unificate. Nella riscrittura del calendario degli adempimenti il Dl introduce anche la pausa estiva dal 1° al 4 settembre sia per i pagamenti che per le comunicazioni dell’Agenzia.

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fonte: Il Sole 24 Ore

 

Rottamazione cartelle, addio a Equitalia e a tax day: così cambia il Fisco.

Via libera della Camera al decreto fiscale collegato alla manovra con 272 voti a favore e 137 contrari. Un’approvazione che arriva dopo la sessantesima fiducia incassata nella mattinata di ieri dal Governo Renzi. Il testo approda al Senato in modalità «blindata» senza quindi margini per ulteriori ritocchi, che di fatto comporterebbero poi la necessità di una terza lettura a Montecitorio proprio a ridosso della data dell’appuntamento referendario fissato per il prossimo 4 dicembre. Durante l’ufficio di presidenza di ieri a Palazzo Madama il Governo ha fatto quadrato con la maggioranza per ottenere dai senatori l’approvazione immediata già alla fine della prossima settimana. Il provvedimento esce dalla Camera con una serie notevole di modifiche. Oltre all’ampliamento della rottamazione delle cartelle, il Dl imbarca anche il pacchetto delle semplificazioni fiscali. Vediamo di seguito le principali novità. Sulla sanatoria delle cartelle, i contribuenti potranno chiedere di chiudere i conti con Equitalia e anche con i Comuni (sono circa 4.500) che oggi riscuotono con l’ingiunzione di pagamento e non con il ruolo. Ammesse alla definizione agevolata (vengono scontati sanzioni e interessi di mora) anche i carichi affidati agli agenti della riscossione fino al 31 dicembre 2016. Un’estensione che, secondo le stime dell’Esecutivo, dovrebbe garantire 300 milioni in più nel 2017 e ben 1,1 miliardi nel 2018. Viene inoltre prevista la possibilità di saldare il conto in cinque rate (nella versione ora in vigore sono quattro), versando il 70% nel 2017 e il restante in due tranche entro il 30 settembre dell’anno successivo. Si allungano anche i termini per l’adesione: la domanda potrà essere presentata entro il 31 marzo 2017 ed Equitalia dovrà rispondere entro il 31 maggio indicando importi e rate da pagare. La rottamazione del magazzino degli importi non riscossi tra il 2000 e il 2016 è accompagnata dall’addio a Equitalia. Il passaggio al nuovo ente pubblico economico (Agenzia delle Entrate – Riscossione) dal 1° luglio 2017 avverrà senza soluzione di continuità per tutti i dipendenti (nessuno escluso) e senza il superamento di una prova di esame, che è stata cancellata dalla Camera. Nell’ottica di assicurare risorse da destinare alla copertura del Ddl di Bilancio, il Governo ripropone la voluntary disclosure. Tra le novità introdotte la possibilità di aderire entro il 31 luglio 2017 al rientro dei capitali per chi aveva sfruttato l’edizione «1.0» per sanare evasioni nazionali e viceversa. Niente sanzioni per chi ha già sfruttato la disclosure e non ha presentato il quadro RW.

Tra gli emendamenti approvati quasi un “decreto nel decreto” è costituito dalle semplificazioni fiscali (ben 48 commi aggiuntivi) a cui poi andrebbero sommate le modifiche al Testo unico sulle accise, anche in questo caso in chiave di snellimento degli adempimenti. A proposito delle prime ha tenuto banco nelle ultime ore la polemica sulle verifiche del Fisco sui conti correnti. In risposta al tam tam strumentale alimentatosi sui social il viceministro all’Economia, Enrico Zanetti, ha chiarito che «non è stata introdotta alcuna nuova presunzione fiscale contro i contribuenti che prelevano oltre mille euro dal conto corrente». La nuova norma – seppur con qualche difficoltà interpretativa – punta a chiarire che per i professionisti i prelievi bancari non sono mai un input di evasione (limitandosi a tradurre in norma la pronuncia di due anni fa della Corte costituzionale). Invece per gli imprenditori (intesi come ditte individuali e senza “contabilità”) la presunzione di evasione – a normativa vigente basterebbero anche soli 100 euro senza pezze d’appoggio – scatta per i prelievi non giustificati superiori a 1.000 euro giornalieri e, comunque, superiori a 5mila euro mensili. Ancora tra le semplificazioni da ricordare l’addio agli studi di settore e l’allargamento ai tributaristi – chiesto tra gli altri da Ancot e Lapet – dell’assistenza ai contribuenti presso gli uffici dell’amministrazione finanziaria.

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fonte: Il Sole 24 Ore