Saldo e stralcio

In primo piano

Il c.d. saldo e stralcio delle cartelle è una delle principali misure fiscali contenute nella legge di Bilancio 2019. Di fatto rappresenta una sorta di “super rottamazione” rivolta alle persone fisiche che abbiano un ISEE fino a 20.000 euro.
Questo provvedimento si aggiunge ai numerosi interventi introdotti dal decreto fiscale (D.L. n. 119/2018) e che consente lo stralcio di specifici carichi affidati all’agente della riscossione tra il 1° gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017.

Per accedere al saldo e stralcio delle cartelle, deve sussistere “una grave e comprovata situazione di difficoltà economica”, attestata da un ISEE non superiore a 20.000 euro. 

e-Fattura: spese per carburanti

In primo piano

I chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate e Telefisco 2019.

Continuano i chiarimenti di Agenzia delle Entrate in merito alla fatturazione elettronica, in questo caso per le spese per carburanti. Delucidazioni in merito sono stati forniti sia nel corso di Telefisco del 31 gennaio 2019 sia nel corso del videoforum con il Consiglio Nazionale dei Dottori Commerciali del 15 gennaio 2019. 
Per quanto riguarda Telefisco il chiarimento principale riguarda l’indicazione della targa nella fattura elettronica, in quanto la risposta dell’Agenzia delle Entrate ne ha ribadito la facoltatività, ferma restando la possibilità di inserire questo dato nel campo degli «Altri Dati Gestionali». La riferibilità al contribuente, e quindi la rilevanza in tema di deducibilità del costo e di detraibilità dell’Iva, è conseguita con l’obbligo di utilizzare un mezzo di pagamento tracciabile.

Per quanto riguarda il videoforum del 15 gennaio 2019, uno dei chiarimenti forniti al CNDCEC parte dal fatto che per tutto il 2018 per la deduzione/detrazione delle spese per carburanti è stato possibile utilizzare le “ricevute” dei distributori se il pagamento è stato eseguito con strumenti tracciabili (carta di credito o di debito, ecc.). Ora, con l’entrata in vigore dell’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica dal 1° gennaio 2019 sarà ancora possibile usare tali modalità o sarà necessaria anche la fattura elettronica? In caso di risposta affermativa, sarà possibile richiedere una “fattura riepilogativa” al distributore/esercente del distributore di tutti i rifornimenti effettuati nel mese?

Come specificato dall’Agenzia delle Entrate, la legge di Bilancio 2018 ha previsto la condizione che venga anche acquisita la fattura elettronica. È possibile per il gestore del distributore emettere fattura differita riepilogativa, sulla base delle regole dell’art. 21 comma 4.

Un successivo chiarimento specifica l’ipotesi in cui nonostante la richiesta si verifichi mancata emissione della fattura elettronica nel caso di impianto di distribuzione di carburante perchè l’esercente non la emette in quanro assente al momento o non attrezzato telematicamente. Come chiarito dalle Entrate la mancanza della fattura elettronica può essere sanata con l’emissione di un’autofattura fatta dal contribuente (persona fisica e/o società con partita Iva).

Infine è stato chiesto come va impostata la fattura per un’impresa di autotrasporti di carburante per conto terzi considerando che verrà emessa fattura riepilogativa di tutti i viaggi effettuati durante il mese e documentati tramite bolle di consegna. In particolare la FAQ chiedeva

  • quali sono i dati da indicare in fattura e quali eventualmente i documenti da allegare al file XML?
  • Si può indicare genericamente la prestazione come “servizi di trasporto effettuati nel mese di…”? È necessario indicare altro?
  • È valido allegare un documento riepilogativo delle bolle di consegna del mese?

Nel rispondere le Entrate hanno ribadito che come espressamente chiarito a seguito dell’introduzione della fattura elettronica non sono mutate le disposizioni sulla fattura differita e sulla compilazione della stessa. Nella fattura differita si richiameranno gli estremi dei DDT (bolle di consegna) che potranno essere allegati al file xml.

fonte: Ade, Il Sole 24 Ore

e-fattura: termini differenziati per le sanzioni

In primo piano

L’applicazione delle sanzioni ridotte all’80%, nel caso di tardiva emissione delle fatture, slitta al prossimo 30.09 per i contribuenti mensili. Resta ferma, invece, l’attenuazione delle sanzioni indicate per il primo semestre 2019 nei confronti dei contribuenti trimestrali.
Questa la disciplina sul contenimento delle sanzioni disposta dalla legge 136/2018, di conversione del D.L. 119/2018, in tema di sanzioni per la tardiva fatturazione in formato digitale.
L’art. 10, c. 1, lett. b), infatti, testualmente recita “si applicano con riduzione dell’80% a condizione che la fattura elettronica sia emessa entro il termine di effettuazione della liquidazione dell’imposta sul valore aggiunto del periodo successivo”, con l’aggiunta che “per i contribuenti che effettuano la liquidazione periodica dell’imposta sul valore aggiunto con cadenza mensile le disposizioni di cui al periodo precedente si applicano fino al 30.09.2019”.
Nell’attuale versione, il citato art. 10 dispone innanzitutto che le sanzioni non si applicano, se la fattura viene emessa in formato digitale oltre il termine dell’art. 21 del decreto Iva, ma entro la scadenza prevista per la liquidazione del periodo di riferimento (sia essa mensile o trimestrale); se invece la fattura è emessa oltre tale termine, ma entro quello della liquidazione Iva del periodo successivo, le sanzioni sono ridotte dell’80%, quindi con applicazione del 20% delle sanzioni indicate dal D.Lgs. 471/1997.
Pertanto, in caso di emissione della fattura oltre i termini prescritti dall’art. 21 D.P.R. 633/1972, non si rendono applicabili le sanzioni, di cui all’art. 6 D.Lgs. 471/1997 se la fattura è comunque emessa entro il termine di effettuazione della liquidazione periodica.
Il legislatore, in sede di conversione del D.L. 119/2018, è riuscito a complicare ulteriormente la situazione prevedendo che l’agevolazione di cui all’art. 1, c. 6 D.Lgs. 127/2015, come modificato, appunto, dall’art. 10 D.L. 119/2018 convertito, si applica fino al 30.06 prossimo, quindi nel primo semestre 2019 per i contribuenti trimestrali e fino al 30.09.2019 per i contribuenti mensili.
Con la modifica intervenuta in fase di conversione del D.L. 119/2018, il periodo di applicazione delle disposizioni “di favore” (riduzione delle sanzioni dell’80%) è esteso sino al 30.09.2019, ma “esclusivamente” per i soggetti passivi Iva che eseguono la liquidazione periodica con cadenza mensile.
Si evidenzia che, anche se la fattura digitale non è emessa entro i termini ordinari prescritti, il cessionario o committente deve fornire i dati per la relativa compilazione e trasmissione.
La soluzione era stata già riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate (circ. 13/E/2018, par. 1.5) che aveva riconosciuto la natura formale dell’inadempimento, ai sensi dell’art. 6, c. 5-bis D.Lgs. 472/1997, “in sede di prima applicazione delle disposizioni”, di cui all’art. 1 D.Lgs. 127/2015, e nel caso in cui la fattura fosse emessa con un “minimo ritardo” rispetto al termine indicato dall’art. 21, c. 4 del decreto Iva e il ritardo non avesse compromesso la corretta liquidazione del tributo, quindi la liquidazione periodica: è conseguente la non applicazione delle sanzioni prescritte.
Il cessionario e il committente devono tramettere l’autofattura “denuncia” al sistema SdI nel caso di mancato ricevimento della fattura entro 4 mesi, con pagamento del tributo entro il 30° giorno successivo (Agenzia delle Entrate, provvedimento 89757/2018), il che produce la non applicazione delle sanzioni indicate all’art. 6, c. 8 D.Lgs. 471/1997 (100% del tributo, con l’applicazione del minimo di 250 euro per ogni violazione).

fonte: ratio quotidiano

Fatture elettroniche e esterometro.

In primo piano

Le fatture emesse nei confronti di soggetti passivi non stabiliti, anche se identificati nel territorio dello stato, non sono soggette alla fatturazione elettronica.

Tali operazioni tuttavia se effettuate nei confronti di soggetti passivi comunitari sono soggetti alla comunicazione tramite i Modelli Intra e dal 28 febbraio 2019 all’esterometro. L’emissione della fattura elettronica, in maniera facoltativa, fa venir meno l’obbligo dell’esterometro.

In dettaglio i casi che si possono presentare nei rapporti con soggetti comunitari o extracomunitari.

Cessione di beni a soggetto passivo comunitario Non imponibili art. 41 c.1 D.L. 331/93)

  • Fattura elettronica – non obbligatoria, puo’ essere emessa facoltativamente compilando solo il campo “CodiceDestinatario” con un codice convenzionale indicato nelle specifiche tecniche che risulta essere composto dalla lettera X ripetuta per 7 volte (“XXXXXXX”), oltre all’indicazione della partita Iva comunitaria
  • Esterometro – SI se non si emette fattura elettronica, NO se si emette fattura elettronica in via facoltativa
  • Presentazione modello Intra 1 bis,  mensile o trimestrale a seconda se si supera la soglia di 50.000 euro


Prestazione di servizi nei confronti di soggetto passivo comunitario (Art. 7 ter. DPR 633/72)

  • Fattura elettronica – non obbligatoria, puo’ essere emessa facoltativamente compilando il campo “CodiceDestinatario” con un codice convenzionale indicato nelle specifiche tecniche che risulta essere la lettera X per 7 volte (“XXXXXXX”), oltre all’indicazione della partita Iva comunitaria
  • Esterometro – SI se non si emette fattura elettronica, NO se si emette fattura elettronica in via facoltativa
  • Presentazione modello Intra 1 quater,  mensile o  trimestrale a seconda se si supera la soglia di 50.000 euro

Cessione di beni nei confronti di soggetto passivo comunitario identificato in Italia (artt. 17 e 35-ter del D.P.R. n.633/1972 )

  • Fattura elettronica – non obbligatoria, puo’ essere emessa facoltativamente compilando il campo “CodiceDestinatario” con un codice convenzionale indicato nelle specifiche tecniche che risulta essere  per 7 volte lo zero (“0000000”), oltre all’indicazione della partita Iva italiana
  • Esterometro – SI se non si emette fattura elettronica, NO se si emette fattura elettronica anche in via facoltativa

Prestazioni di Servizi nei confronti di soggetto passivo comunitario identificato in Italia (artt. 17  e 35-ter del D.P.R. n.633/1972 )

  • Fattura elettronica – non obbligatoria, puo’ essere emessa facoltativamente compilando il campo “CodiceDestinatario” con un codice convenzionale indicato nelle specifiche tecniche che risulta essere  per 7 volte lo zero (“0000000”), oltre all’indicazione della partita Iva italiana
  • Esterometro – SI se non si emette fattura elettronica, NO se si emette fattura elettronica anche in via facoltativa

Cessione di bene nei confronti di soggetto extracomunitario (non imponibile ai sensi dell’articolo 8, primo comma, lettera a) del DPR 633/1972)

  • Fattura elettronica – non obbligatoria, puo’ essere emessa facoltativamente  compilando il campo “CodiceDestinatario” con un codice convenzionale indicato nelle specifiche tecniche che risulta essere la lettera X per 7 volte (“XXXXXXX”).  Nel campo “identificativo fiscale IVA” (punto 1.4.1.1 del tracciato) va inserito la partita IVA della controparte (se esistente) o qualsiasi altro valore che identifichi il cliente riportando il codice Paese extra-UE
  • Esterometro –  NO se si emette fattura elettronica anche in via facoltativa o in presenza di una bolletta doganale.

Prestazioni di servizi nei confronti di soggetto extra comunitario (Art. 7 ter. DPR 633/72)

  • Fattura elettronica – non obbligatoria, puo’ essere emessa facoltativamente  compilando il campo “CodiceDestinatario” con un codice convenzionale indicato nelle specifiche tecniche che risulta essere composto dalla lettera X ripetuta per 7 volte (“XXXXXXX”).  Nel campo “identificativo fiscale IVA” (punto 1.4.1.1 del tracciato) va inserita la partita IVA della controparte (se esistente) o qualsiasi altro valore che identifichi il cliente riportando il codice Paese extra-UE
  • Esterometro – SI se non si emette fattura elettronica, NO se si emette fattura elettronica anche in via facoltativa.

fonte: Fisco24

Saldo e stralcio

In primo piano

Le persone fisiche in condizioni di grave e comprovata difficoltà economica possono definire la propria posizione debitoria sia fiscale che contributiva con un importo compreso tra il 16% e il 35% del debito totale al netto delle sanzioni e degli interessi debitori. Per aderire al “mini condono 2019” occorre presentare entro il prossimo 30.04.2019, tramite posta elettronica certificata, alla casella Pec della direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione di riferimento oppure recandosi presso un suo sportello, il modello SA-ST pubblicato nei scorsi giorni sul sito della stessa Agenzia.
In base alla recente legge di Bilancio 2019 (art. 1, cc. 184-199 legge 145/2018), sono condonabili tutti i debiti affidati all’agente della riscossione tra il 1.01.2000 e il 31.12.2017, riferiti sia all’omesso versamento di imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali e dalle attività di cui all’art. 36-bis D.P.R. 600/1973 e all’art. 54-bis D.P.R. 633/1972, a titolo di tributi e relativi interessi e sanzioni, sia quelli relativi all’omesso versamento di contributi dovuti dagli iscritti alle casse previdenziali professionali o alle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi dell’Inps, esclusi quelli richiesti a seguito di accertamento. Il contribuente dopo aver dimostrato di trovarsi in una grave e comprovata situazione di difficoltà economica, in base ai riferimenti della dichiarazione sostitutiva unica, verserà: il 16% dell’importo dovuto a titolo di capitale e interessi, in caso di Isee del nucleo familiare non superiore a 8.500 euro, il 20% con Isee da 8.500 fino a 12.500 euro, il 35% se il contribuente ha un Isee compreso tra 12.500 euro e 20.000 euro. A tali importi sono da aggiungere, inoltre, le somme maturate a favore dell’agente della riscossione a titolo di aggio spese per procedure esecutive e diritti di notifica. L’agente della riscossione, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e con la Guardia di Finanza, procede al controllo sulla veridicità dei dati dichiarati ai fini della certificazione. In presenza di irregolarità od omissioni non costituenti falsità, il debitore è tenuto a fornire, entro un termine di decadenza non inferiore a 20 giorni dalla relativa comunicazione, la documentazione atta a dimostrare la completezza e veridicità dei dati indicati nella dichiarazione.
Entro il 31.10.2019, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione comunicherà al contribuente l’ammontare delle somme dovute e le scadenze delle singole rate per il “saldo e stralcio”. La somma dovuta si potrà versare o in un’unica soluzioneentro il 30.11.2019 o in 5 rate di importo variabile, con un interesse annuo del 2% a decorrere dal 1.12.2019: il 35% del totale entro il 30.11.2019, il 20% entro il 31.03.2020, il 15% entro il 31.07.2020, il 15% entro il 31.03.2021 e il restante 15% entro il 31.07.2021.
Potranno usufruire dell’agevolazione anche quei contribuenti che dimostrano di avere una condizioni di grave e comprovata difficoltà economica, i quali pur avendo aderito alle precedenti “rottamazioni delle cartelle”, non hanno perfezionato i pagamenti delle somme dovute. In assenza dei requisiti, la presentazione della richiesta di adesione al “saldo e stralcio” sarà considerata in automatico come domanda di accesso alla definizione agevolata prevista dall’art. 3 D.L. 119/2018 (“rottamazione-ter”).

fonte: Il Sole 24 Ore